La globalizzazione, quando la concorrenza di prodotti diventa positiva

Si è più volte sentito e partecipato a diatribe su quanto la globalizzazione potesse essere positiva o meno, se gli effetti di un’economia di scala mondiale portassero vantaggi o svantaggi ad aziende produttive o consumatori privati, e tutte queste dispute, la maggior parte delle volte, non portano a nulla.
Discorso tanto ampio quanto delicato, quando si tratta questo tema vanno presi in considerazione un enorme numero di fattori, contesti, circostanze e situazioni. Per esempio, se andiamo a sentire il punto di vista del macellaio all’angolo sotto casa, sicuramente non potrà essere contento della concorrenza portata dai grandi supermercati figli della globalizzazione, ma allo stesso tempo, questa, potrebbe aver portato benefici allo stesso macellaio in termini di attrezzature o strumentazione.

Questo è proprio il rovescio della medaglia della globalizzazione, dell’economia su scala mondiale e dell’indebolimento dei confini ideali fra popoli e mercati. Un processo tale infatti ci ha portato ad avere a disposizione una grande varietà di risorse sia a livello economico e produttivo, che a livello di comunicazione e conoscenza dell’altro ovvero di culture, abitudini e produzioni dei quali altrimenti non saremmo mai stati al corrente.
Come detto, questo porta risvolti positivi in alcuni ambiti e negativi in altri. Pensiamo al livello di competitività dove produzioni più o meno monopolizzate non avrebbero avuto la giusta concorrenza per avere un prezzo accessibile a molti o innovazioni che, frutto di tecnologie sempre più diffuse riescono a portare evoluzioni positive in ambito medico.

Allo stesso modo però, è doveroso tirare di nuovo in ballo il macellaio di cui abbiamo parlato sopra e tutte le categorie produttive che riguardano prodotti locali e hanno una filiera abbastanza ristretta come la loro disponibilità di merce. Costretti a fronteggiare la spietata concorrenza di discount e grandi catene di supermercati, sono spesso vittime del sistema ritrovandosi in grandi difficoltà.
L’alternativa, come già detto, sarebbe quella di mediare e di pensare in un’ottica glocale grazie alla quale viene dato risalto ed importanza al territorio e alle sue produzioni locali, approfittando dei benefici della concorrenza su prodotti di largo consumo.